biennale di venezia 2103 - gli artisti

JOSEF KOUDELKA

Fin dagli scatti giovanili, eseguiti in teatro e presso le comunità di zingari del suo paese, il fotografo ceco Koudelka aveva rivelato una capacità straordinaria di entrare in mondi a lui estranei e una propensione fuori del comune a creare visioni divergenti del reale. L’intensa parabola artistica comincia nei primi anni ’50, quando realizza le prime fotografie amatoriali. Nel 1961, terminati gli studi d’ingegneria all’Università di Praga, realizza la sua prima mostra fotografica. In quegli stessi anni comincia a fotografare gli zingari del territorio slovacco e le feste religiose popolari, realizzando anche scatti di scena nei teatri di Praga. La prima mostra sul tema degli zingari, Cikáni 1961-1966 è allestita a Praga nel 1966, mentre l’anno successivo lascia l’attività d’ingegnere per dedicarsi esclusivamente alla fotografia. Il 1968 è un anno cruciale tanto per Koudelka quanto per la storia della fotografia: è prima in Romania per documentare la vita degli zingari locali, ma torna a Praga in tempo per riprendere l’occupazione delle truppe sovietiche.. Nel 1991 fotografa il centro di Beirut sfigurato dalla guerra, mentre nel corso del decennio si dedica a una serie di fotografie panoramiche nel Galles e a nuove indagini sul rapporto tra uomo e territorio. Nel 2003 è esposto a Roma il risultato del progetto Teatro del tempo, ambientato nella capitale. Al mediterraneo e al vicino oriente rivolge l’attenzione in una serie di lavori che si snodano nel corso dell’ultimo decennio, in parte presentati nell’esposizione Vestiges 1991-2012 a Marsiglia.

biennale di venezia 2013 - le opere

DE-CREAZIONE

I paesaggi di formato panoramico, ai quali Josej Koudelka inizia a dedicarsi a partire dalla fine degli anni ’80, mostrano la desolazione e l’abbandono ma anche la potenza simbolica e la capacità di innescare un disorientamento percettivo provocato dagli scarti dimensionali, generando immagini di grande potenza evocatrice. E’ nell’ambito di queste esperienze che prende forma De-creazione, una sequenza di 18 fotografie che comprende 9 stampe a getto d’inchiostro di grande formato orizzontale (cm 91 x 257) e tre trittici verticali (cm 158 x 150). La sequenza, pensata appositamente da Koudelka per questa occasione, presenta una serie di immagini tra celebri e meno note, classici della sua visione e veri inediti, e interpreta il potere di trasformazione dell’uomo sull’ambiente da un lato e la distruzione insita nella natura stessa, e nel tempo, dall’altro. Realizzate con una fotocamera panoramica, a volte accostate a formare trittici, le immagini testimoniano lo straordinario istinto compositivo di Josef Koudelka. Ad interagire e dialogare tra loro, quasi rispondendosi di immagine in immagine, sono tre grandi temi legati all’idea di distruzione: l’intervento del tempo sulla storia umana e sull’ambiente e contemporaneamente l’abbandono da parte dell’uomo; gli scenari di guerra, dove è posto in evidenza il silenzio di ciò che resta dopo i conflitti; infine i due poli antitetici di natura e mondo industriale, impegnati da lungo tempo in un altro tipo di conflitto non meno doloroso e nocivo. Le fotografie scelte coprono un arco cronologico che va dal 1986 al 2012 e una vasta estensione geografica che include l’Europa e il vicino Oriente, dalla Francia alla Giordania, dalla Libia alla Slovacchia, dalla Germania alla Grecia.